STAR WARS
EPISODE
III
ALONG CAME A SPIDER
Regia e sceneggiatura di
Mickey
Miami, Florida.
Peter Parker ha appena riconquistato la sua famiglia e si accinge a tornare a
New York, quando sente che il suo compito, qui, non è ancora finito. E’ una
sensazione strana, rara, quella che gli sta rendendo pesante la testa.
”Devo andare”, riesce solo a pensare.
Guarda sua moglie e sua figlia: stanno beatamente dormendo. La cosa lo
tranquillizza.
Alza la cornetta del telefono e chiama un taxi.
Nei pressi del Nesso delle Realtà, Florida.
Il taxi non ha potuto accompagnarlo oltre, ma gli ha comunque risparmiato la
maggior parte del viaggio e della fatica, dissanguandolo anche economicamente.
Non capisce il perché, ma sa esattamente dove andare. Ci è già stato qualche
mese fa per risolvere un problema di portata cosmica che lo riguardava da vicino.
L’Uomo Cosa, il guardiano del Nesso, ha ancora bisogno d lui?
Purtroppo, per quanto l’Uomo Ragno si addentri nella
maleodorante palude, l’essere non si fa vivo e, di contro, quella sensazione di
disagio si fa sempre più intensa. Finché il mondo intorno a lui non inizia a
deformarsi e gli pare di perdere i sensi.
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, su un pianeta chiamato Dagobah…
Peter si rialza stordito e, guardandosi intorno, deduce di
essere stato solo vittima delle cattive esalazioni del posto e delle sue
energie mistiche, che gli hanno provocato un capogiro. Ma quest’ipotesi gli
viene smentita non appena vede un volatile (molto simile a uno pterodattilo)
planare sulla sua testa. Lo stupore si impadronisce di lui.
Sta finalmente riacquistando coscienza di sé e realizza in che si pasticcio si
è cacciato del tutto involontariamente: qualcuno lo ha portato fin qua… e un
motivo deve pur esserci.
- Benvenuto, Straniero – recita una vocina aliena – il mio nome Yoda è.
Quando il Ragno vede da quale essere proviene quel saluto,
balza istintivamente all’indietro. E’ una creatura antropomorfa, nana, dalla
pelle verde e dalle orecchie appuntite, che gli sta parlando. Ma come fa? Sente
che non parla inglese, ma riesce comunque a comprenderlo.
- Dove sono?
- Molto lontano da casa, forestiero. A lungo la Forza ho invocato, perché un
Campione del bene al mio cospetto portasse. Esaudito sono stato.
- Cosa? Chi ha invocato? E perché?
- Questa galassia in mano ad un totalitario regime giace. Un tuo intervento nel
passato utile potrebbe essere.
- Continuo a non capire…
- Il Nesso caos è… la Forza scelto ha te tra infinite realtà; ma adesso ti
guiderà con criterio nel passato: e cambiarlo dovrai.
L’arrampicamuri è a dir poco stordito.
- Adesso vai e chiedi di me – continua la creatura, facendo cenno di tornare
inedito. Peter Parker indietreggia e viene di nuovo colto da qualcosa di molto
simile a un malore.
Anni prima, sul
pianeta Coruscant…
Peter Parker alza gli occhi e assiste ad uno spettacolo quale mai ha potuto
osservare sul suo pianeta. E’ sul tetto di un grattacielo… ma non uno
qualsiasi. Si trova in una metropoli fatta di palazzi alti chilometri, dove le
macchine volano e il traffico è infernale! Persino lui prova un senso di
vertigine, nel guardare in basso.
- Dove mi hai portato!? – grida a Yoda, voltandosi scosso. Ma purtroppo è solo.
”Sono passato di nuovo per il Nesso, ma… cos’è questo? Il futuro della Terra?”
si chiede plausibilmente.
Disorientato, si guarda intorno con curiosità. Dovunque si trovi, questo
scenario non gli è affatto indifferente. Vede, in lontananza, una struttura che
supera tutte le altre in altezza… quasi a sfiorare il cielo con le sue guglie.
”Dev’essere la sede del governo o qualcosa del genere” ipotizza. Certe cose non
cambiano mai.
Di certo, non può rimanere su quel tetto ad aspettare Godot. Per questo
punta al palazzo più vicino e spara una delle sue ragnatele organiche: non ha
né il costume né i lanciaragnatele, con sé.
Si fionda nel vuoto, ma
subito il suo senso di ragno lo avverte del pericolo: i veicoli volanti
sfrecciano a tutta velocità e rischiano di investirlo. E’ solo grazie ai suoi
riflessi che questo non succede.
In tutto quel marasma, qualcuno nota questo strano essere che volteggia tra i
palazzi, ma in questa galassia, ormai, niente può più apparire strano.
Solo un guidatore si ferma, vedendolo.
- Vuoi un passaggio?
A quelle parole, il Ragno aderisce alla parete di un edificio vicino e si ferma
stordito. Anche se, dopo aver fatto la conoscenza di Yoda, nessuno più può
renderlo attonito.
- Allora? – incalza l’autista.
- Va bene… - si rassegna il Ragno - ma… devo pagare?
- Bé, non ti sembro forse un aerotaxi?
- Oh… io… non ho denaro con me…
- Non importa, ti do uno strappo comunque! Sei un tipo strambo…
Peter salta su, sorpreso da tanta cordialità. Il senso di ragno non preannuncia
niente di brutto…
- Da che pianeta vieni? Non ho mai visto nessuno fare certe cose.
- Oh… aspetta, su che pianeta sono?
- Ehi, come puoi non saperlo? Siamo su Coruscant!
”Allora non siamo sulla Terra!” conclude spaventato. Eppure ha intravisto degli
esseri umanoidi, tra la folla.
- Io… vengo da un pianeta chiamato Terra.
- Non ne ho mai sentito parlare! Fa parte della Repubblica?
- Penso proprio di no…- risponde imbarazzato Peter. Ma Yoda non aveva parlato
di un regime totalitario?
- Incredibile! Me lo sentivo… non ho mai conosciuto qualcuno che venisse al di
fuori degli estremi confini! E’ il mio giorno fortunato! Quando lo dirò ai
miei cuccioli…
Peter si passa una mano tra i capelli. Come uscirà da questa situazione?
- Dove vuoi che ti porti?
- Non saprei… cos’è quello? – chiede, indicando l’immenso grattacielo che ha
notato poc’anzi.
- E’ il Tempio dei Jedi. Non posso credere che tu non li conosca…
- Chi sono, questi… Jedi? Sono potenti?
- Oh, certo, sono gli esseri più potenti della galassia!
”Allora potrebbero riportarmi a casa, se la loro reputazione è fondata!”
- Puoi portarmi là?
- Come vuoi, ma dubito ti faranno entrare.
Con una manovra audace, il veicolo sterza di novanta gradi verso il basso,
facendo sballottare lo stomaco del Ragno, pur abituato a brusche discese di
quota.
Nella Sala del Consiglio dei Jedi, nello stesso frangente..
- Sono preoccupato, maestro Yoda – confessa Mace Windu - E’ ormai certo che
l’Ordine subirà presto un attacco e il giovane Skywalker non è più dalla nostra
parte.
- Il voto di castità ha infranto. Necessario è stato bandirlo – gli ricorda il
piccolo ma vetusto Yoda.
- Lo so, ma potrebbe essere facile vittima del Lato Oscuro. E se si alleerà con
i Sith, avremo poche speranze di vittoria, soprattutto dopo le gravi perdite di
qualche mese fa, in quell’arena.
- Dooku è con loro, un altro elemento a nostro sfavore è. Ma…
Il maestro Yoda si ferma.
- Che succede?
- Un nuovo squilibrio nella Forza avverto…
- Cosa? E’ Darth Sidious, forse?
- No, no… qualcosa di molto diverso… un perturbazione di un essere speciale…
che non appartiene a questo universo, probabilmente.
Nel Palazzo del Senato…
Si sta tenendo un’importante colloquio, in una delle stanze private del Cancelliere
Supremo Palpatine.
- Anakin, sono o non sono l’unico politico di cui ti fidi, oltre a tua moglie?
- Sì, cancelliere, ma… sapere la verità… - ammette il ragazzo.
- Posso comprendere il tuo smarrimento nello scoprire la mia natura di… Sith…
ma il tuo amore per Padmé, la vendetta consumata contro gli assassini di tua
madre… ti hanno portato dritto da me. Gli Jedi ti hanno cacciato perché non sei
come loro.
- Non c’è bisogno di ricordamelo – dice risentito Skywalker.
- Io posso insegnarti le arti del Lato Oscuro…
La Forza scorre potente in Palpatine; non a caso riesce ancora, dopo anni, a
nascondere la sua identità segreta di Darth Sidious al pur potente Consiglio
dei Jedi. E adesso, tramite le tecniche di manipolazione mentale, sta facendo
affiorare il male covato dal giovane guerriero.
- E mi aiuterai – continua il capo dei Sith – a governare la galassia in modo
saggio.
Anakin abbassa lo sguardo, quasi arrendendosi.
Poi il cancelliere avverte qualcosa.
- C’è una nuova variabile in gioco, assolutamente non prevista – bisbiglia,
riferendosi alla presenza dell’Uomo Ragno sul pianeta – sarà il caso di
accelerare i nostri progetti.
- Quali progetti? – chiede intimorito Anakin.
- Lo sterminio dei Jedi, innanzitutto.
Il modo in cui lo dice fa rabbrividire Skywalker. Ma quando Palpatine gli
chiede…. “Vuoi avere l’onore di annichilire Kenobi?”… ricordandogli in
tradimento del maestro, la maggior parte dei dubbi e delle paure sono fugati.
Il pianeta Naboo.
L’ex-regina, adesso senatrice Padmé Amidala sta riposando, accudita dalle sue
più fidate collaboratrici. Giustificabile, visto che manca poco al parto della
prole di Anakin Skywalker.
- Amidala – la fa sobbalzare una voce alle sue spalle.
- Ben! Che ci fai qui? Se tornasse Anakin… - si agita la donna, pur non dovendo
farlo nelle sue condizioni.
- Non preoccuparti, sarò breve e accorto - la rassicura Obi Wan Kenobi – Voglio
solo assicurarmi che tu stia bene… e voglio avere la tua parola che sosterrai
tuo marito. Noi tutti sappiamo che sta pericolosamente cedendo al Lato Oscuro….
Questo non deve succedere e solo tu puoi impedirlo.
- Ti sbagli… io amo Anakin, con tutta me stessa, ma… mi rendo conto che l’ho
perso, non c’è più niente da fare. Per questo devi essere tu ad
aiutarmi… in nome dei miei figli.
- Figli?! – ripete sorpreso il Jedi.
- Sì, Ben… sto per dare alla luce un bambino e una bambina. Non voglio che
siano destinati a diventare Sith.
Lo sguardo di Amidala è eloquente: è disposta a fare il maggiore sacrificio pur
di salvaguardare la carne della sua carne.
Su Coruscant, ai piedi del Tempio dei Jedi…
- Sei stato molto gentile – ringrazia Peter.
- Di cosa… ho conosciuto un essere molto strano oggi, e questo mi basta – dice
l’alieno, prima di sfrecciare via.
Il Ragno è stordito dal caos della città. Con una certa inibizione, si fa
strada in quell’immenso edificio. Subito delle guardie armate gli si parano
davanti e lo bloccano.
- Identificati! – gli gridano.
Qualche minuto dopo, nella Sala del Consiglio, un collaboratore dell’Ordine
entra nella stanza e parla verso i guerrieri presenti.
- Qualcuno chiede udienza verso di voi. Sostiene di chiamarsi Peter Parker e di
provenire dalla Terra.
- Lo Straniero deve essere! Entrare dovete farlo – sentenzia convinto Yoda. Ma
i suoi colleghi non sembrano molto convinti: e se fosse una trappola?
Ormai è tardi per ribattere: Peter Parker è al cospetto di dodici Jedi.
- Salve… - si presenta intimorito… e confuso, quando vede… - Yoda!?
- Ci conosciamo, straniero?
- No… non ancora, almeno.
- Lo temevo – riflette ad alta voce Yoda, che sente la presenza di un piano
superiore in questo – Cos’hai da dirci?
- Io… vengo dal futuro... il signor Yoda mi ha detto che devo impedire che la…
galassia cada sotto una dittatura… - comunica con poca convinzione.
I Jedi si guardano tra di loro, attoniti.
”Siamo destinati a vedere la fine della Repubblica?” pensa qualcuno.
Improvvisamente, Yoda afferra un soprammobile e lo lancia contro l’Uomo Ragno,
il tutto in meno di un secondo. Ma non è abbastanza per colpire Peter Parker,
il quale salta in tempo, evitando agilmente di essere colpito con violenza.
- Ehi! Siete impazziti?! – grida risentito il tessiragnatele.
- Non è un Jedi… ma, se possibile, è più potente di noi! – si rendono conto i
guerrieri.
- Lo sapevo… ciò che aspettavamo: solo egli in grado di sconfiggere i Sith è –
afferma Yoda, sicuro di sé.
- Lei… sapeva che avrei evitato quell’affare? E’ un telepate, forse?
- La Forza è con gli Jedi, straniero. E la Forza ci suggerisce molte cose.
- Ne parla sempre, ma… esattamente, cos’è la Forza?
Yoda guarda Mace Windu con i suoi occhioni. Non gli è mai capitato di dover
definire la Forza: chiunque nella galassia sa cos’è.
- La Forza è l’essenza che permea tutto l’universo, esseri viventi e non
viventi – interviene un Jedi – solo pochi eletti, nel cui sangue scorrono i midi-chlorian,
sono in grado di sintonizzarsi con essa ed entrare in armonia col mondo.
- Incredibile – commenta Peter – penso che da noi nessuno abbia questa…
facoltà.
- Da dovunque tu venga, sembri possedere facoltà ignote agli Jedi
e per questo molto utili.
- Utili per cosa?
- Il senatore Palpatine ha acquisito pieni poteri nel Senato e non sappiamo
cosa ha intenzione di fare, sebbene la sua politica riformista stia minando
alle basi le libertà costituzionali della Repubblica. Il nostro più valido
alleato, Anakin Skywalker, sta passando dalla parte del male, a causa di eventi
tragici, tra cui la morte di sua madre, che non ha saputo impedire, e la
cacciata dal nostro Ordine. Ma è un guerriero molto potente… senza contare
l’attacco che qualcuno porterà contro questo palazzo. Accetti di aiutarci
contro il lato oscuro della Forza?
”Se sono arrivato qui ci dev’essere un motivo. Devo aiutare questa gente”.
- Certo, vi aiuterò.
- Ti facciamo un grande onore, facendoti indossare la divisa dei Jedi…
La situazione dev’essere estremamente grave, se un’organizzazione elitaria come
quella dei Jedi permette al primo arrivato di far parte di loro. Ma l’arrivo
dell’Uomo Ragno pare provvidenziale a tutti.
- Vi ringrazio.
- E soprattutto dandoti questa – dice Mace Windu, porgendogli un cilindro
metallico.
- Cos’è?
- E’ una spada laser. Usala con saggezza: sentiamo che in te il lato luminoso
della Forza scorre potente.
Peter pigia un tasto sull’arma, facendone spuntare un tubo di luce solida.
- Questo sfida tutte le leggi della fisica…
- Del tuo universo, probabilmente – commenta qualcuno - Adesso accomodati nel
tuo alloggio e procedi con la vestizione. Yoda ti insegnerà cosa significa
essere un Jedi.
”Non posso credere di essere qui, conciato in questo modo” non riesce a
capacitarsi, qualche minuto dopo, il Ragno, vedendosi indosso il tipico saio da
Jedi.
- Cosa ti turba, straniero? – gli domanda Yoda.
- Io ho una famiglia… per quanto sia sensibile alla vostra causa, io…
- Come qui sei venuto? – gli chiede emblematicamente il maestro.
- Lei… mi ha guidato attraverso il Nesso delle Realtà.
- E lo farò ancora… il Nesso ti riporterà a casa, nel momento in cui sei stato
convocato. Ma lo farò dopo che ci avrai aiutato.
- Mi suona come minaccia.
- Una richiesta d’aiuto è.
”E da grandi poteri…” pensa quasi con rammarico l’arrampicamuri.
- Se le cose stanno così, posso saperne di più su questa… galassia?
Yoda sorride, prima di iniziare a parlare con la sua strana sintassi.
Qualche ora dopo, l’Uomo
Ragno è stato velocemente istruito ed addestrato, facendogli quasi dimenticare
di essere a universi di distanza da casa. Dopo essere tornato con Yoda al
cospetto del consiglio, arriva qualcuno.
- Il Cancelliere Supremo ha chiesto udienza presso l’Ordine – annuncia un inserviente.
I Jedi iniziano a preoccuparsi: cosa vorrà da loro quell’uomo ormai così
chiaramente ambiguo?
- Fatelo entrare – dice qualcuno, e così è.
Palpatine entra con fare maestoso e si guarda intorno con curiosità
fanciullesca.
- Salve, Jedi. Ho saputo che avete ricevuto un misterioso ospite – dice,
andando subito al sodo.
- Cancelliere – interviene Obi Wan, rientrato dal suo viaggio a Naboo – le
presento Peter Parker, altrimenti noto come Uomo Ragno.
Il suo senso del pericolo scatta, quando gli stringe la mano. Infatti Darth
Sidious lo sta studiando. E’ a causa del suo arrivo che ha dovuto scombinare i
suoi piani: in poche ore ha dato direttive al suo esercito di mercenari, ha
convinto Skywalker a collaborare con il vecchio avversario Dooku (che l’aveva
privato di una mano) e ha deciso di venire qui, per offuscare i sensi dei Jedi
e permettere che l’attacco sia inatteso. Spera solo che questo… Uomo Ragno non
crei troppi disturbi, anche se esula da qualsiasi sua conoscenza. Dev’essere
opera di Yoda, pensa con disprezzo.
- Spero di fare una conoscenza più approfondita, Parker. Nessuno di noi ha mai
conosciuto qualcuno che provenisse dall’esterno della nostra galassia.
Imbarazzato, il Ragno non risponde. Significativamente, qualche secondo dopo il
suo sesto senso scatta.
Infatti, nella sala irrompe un piccolo esercito. L’esercito di cloni di Jango
Fett, al servizio di Palpatine.
Ma la cosa più inquietante è il comandante dei guerrieri: un giovane ragazzo
biondo, accanto all’altrettanto noto Conte Dooku, che aveva dato filo da
torcere a Yoda, Kenobi e allo stesso Skywalker.
- Anakin – bisbiglia Obi Wan Kenobi, guardandolo negli occhi. Il suo allievo è
passato dalla parte del male… com’è potuto succedere?
- Skywalker, intendi combatterci? – chiede Mace Windu.
- Darth Sidious è il mio maestro, adesso. E la sua causa è la mia. Arrendetevi,
Jedi.
- Mai – sentenzia qualcuno.
Mentre Palpatine lascia la sala soddisfatto, lo scontro tra l’esercito dei
cloni e il manipolo di Jedi ha inizio, dinanzi agli occhi di uno frastornato
Uomo Ragno.
Le spade laser turbinano nell’aria, intercettando i proiettili luminosi degli
avversari.
”E’ incredibile… sono più precisi del mio senso di ragno” pensa Peter, quando
poi è costretto ad accendere la sua spada e a combattere, perché qualcuno lo
sta attaccando.
Non farà del male a questi soldati, chiunque essi siano. Si limiterà a
disarmarli, e con i suoi poteri non sarà molto difficile. Farebbe volentieri a
meno dell’arma, ma è impossibile parare tutti quei colpi al laser, quindi tanto
vale fronteggiare la situazione ad armi pari. I suoi riflessi ragneschi, del
resto, gli permettono di maneggiare la spada con maggiore efficacia dei più
addestrati Jedi.
Il problema, per loro, è evitare
contemporaneamente l’attacco dei cloni e le incursioni a tradimento dei due
Sith: se non si proteggono dagli uni, finiscono per essere feriti o uccisi
dagli altri. L’Uomo Ragno può solo rallentare l’eccidio: è molto veloce nel
disarmare i cloni, ma per uno che diventa inerme, ne arrivano due di rimpiazzo armati
di tutto punto. Può davvero fare la differenza?
In un’area della stanza, sta
avendo inizio un epico duello tra Obi Wan Kenobi e Anakin Skywalker.
- Non avresti dovuto cedere, figliolo! – grida il vecchio maestro, attaccando.
- Non mi avete lasciato scelta!
Il fragore delle spade che cozzano è assordante. Non c’è quasi spazio per
combattere, vista la quantità di guerrieri impegnati.
I minuti passano, senza che nessuno dei due ceda. La rabbia e la frustrazione
di Kenobi stanno prendendo il sopravvento, rischiando di renderlo vittima del
Lato Oscuro… non voleva arrivare a questo. Nonostante tutto, gli è ancora
affezionato, lo ha visto crescere. Ma questa debolezza gli costerà cara: il suo
allievo, colmo di risentimento, brandisce la sua arma e segna il petto del suo
maestro, causandogli uno scompenso cardiaco.
”Devo aiutare Kenobi” capisce il Ragno, quando lo vede cadere sulle proprie
ginocchia.
- Si metta al riparo! – gli grida Peter, saltando in sua direzione.
Anakin e Obi Wan si guardano negli occhi. Forse si rivedranno solo fra una
trentina d’anni: allora il maestro Kenobi non potrà sfuggire al proprio
destino. O forse le cose andranno diversamente… o sarebbero andate
diversamente.
Vedendo che un Jedi sconosciuto sta per attaccarlo, con un gesto Skywalker si
premunisce e attira a sé l’arma di un Jedi caduto e la attiva.
- Non è corretto – gli fa notare Peter, vedendolo maneggiare due spade laser.
- Sento che tu hai poteri ignoti agli Jedi, forestiero: siamo pari adesso –
dice, iniziando ad attaccarlo.
Anakin volteggia con la grazia di un ballerino, con le due armi saldamente in
pugno.
L’Uomo Ragno si fa guidare dal suo senso di ragno. Senza di esso, e senza la
sua velocità, soccomberebbe molto presto. Si meraviglia del potere che gli Jedi
riescono ad acquisire con i corpuscoli di cui ha sentito parlare. Sono un po’
come i mutanti del suo mondo; e Anakin Skywalker sembra decisamente il più
potente di tutti.
”Devo sfruttare i miei poteri, se non voglio perdere” decide Peter, camminando
a ritroso fino al muro, risalendolo.
Il Sith sfrutta le sue capacità mentali per saltare disumanamente e rimanere
sospeso per qualche secondo.
- Complimenti, Anakin – lo schernisce, utilizzando il solito approccio
sarcastico che adotta in ogni battaglia. Ma è anche ora di usare tutta la sua
forza.
Scesi nuovamente a terra, un colpo secco dell’Uomo Ragno, mandato a segno con
tutto il suo vigore sovraumano, riesce a destabilizzare la situazione.
Una delle sue due spade laser cade, così Skywalker si ferma un attimo e Parker
ne approfitta per farlo ragionare.
- Perché fai questo, Anakin? La morte di tua madre ti ha reso così?
- Cosa vuoi saperne tu di mia madre?! – gli grida contro, stringendo con due
mani l’arma, in procinto di ricominciare il duello.
- So che non hai fatto in tempo a salvarla. Che avevi il potere per farlo ma
non l’hai usato! – immagina l’arrampicamuri, rifacendosi alla sua situazione.
- Taci, straniero, non sono questioni che ti riguardano!
- E’ qui che ti sbagli! Anch’io sono più potente dei miei simili… ma ciò non ha
salvato l’uomo che consideravo un padre! La mia negligenza l’ha ucciso, ma
questo non mi ha portato sulla cattiva strada, al contrario!
- Non mi interessa la tua storia, Parker! Sei solo una minaccia per
l’instaurazione dell’Impero, per me! – cerca di dimostrarsi convinto di quello
che dice e, a quelle parole, il suo attacco ricomincia più vigoroso che mai.
Pur impegnato nella battaglia, il Ragno lascia che il suo istinto e i suoi
riflessi prendano il sopravvento, e si guarda intorno. Molti guerrieri stanno
cadendo. Neanche l’Uomo Ragno è in grado di fermare l’avvento del
totalitaristico Impero? Non può permetterlo. Addirittura Yoda si rifugia in un
angolo del campo di battaglia; eppure l’aveva visto combattere in maniera
impensabile per un essere di quelle dimensioni. Eppure…
Così, si riconcentra sulla battaglia, anche perché l’aria di sufficienza di
Peter sembra dare fastidio al superbo Skywalker.
- Lo ammetto, sei un guerriero degno di me – osa dire il biondo Sith.
- Non mettiamola in questi termini, Anakin…. Ci sono valori ben più importanti!
– urla il tessiragnatele, per far prevalere la sua voce sul rumore del duello.
- Per esempio?
- La famiglia, la vita stessa! Come puoi lasciare morire i tuoi vecchi alleati?
Vuoi forse che milioni di persone perdano la libertà?
Finalmente il dubbio si insinua in Anakin. In fondo, perché sta combattendo?
Per il solo gusto della vendetta e per l’ambizione. Ma se Palpatine diventerà
imperatore… che cosa ne andrà a lui, oltre che dei morti sulla coscienza?
Subitaneamente, Skywalker si volta e corre verso Dooku, che sta per finire
l’ennesimo Jedi. Ma sarà lui a fare quella fine.
- Argh! Cosa…? – si chiede il conte, prima di vedere che è stata la spada del
suo alleato a trafiggergli il cuore.
Sbarazzatosi di Dooku, Anakin grida all’esercito dei cloni:
- Ritirata, soldati! Siete richiesti altrove!
Il cancelliere aveva delegato ai due Sith il comando del plotone; adesso, con
uno dei due fuorigioco, i cloni di Jango Fett si vedono costretti a rispettare
gli ordini.
- Forza, tornate dal padrone! – urla ancora il Jedi, con l’effetto di vedere la
sala svuotata.
Un minuto dopo, tutt’intorno, uno spettacolo desolante. La maggior parte degli
Jedi, persino quelli giunti come rinforzo, sono periti nello scontro,
escludendo Yoda, Obi Wan Kenobi e Mace Windu.
Peter Parker è sconsolato.
”Non ho potuto far niente per aiutare questa gente… avrei dovuto impedire
questo massacro! Come sarebbero andate le cose se io non ci fossi stato? Forse
anche i sopravvissuti sarebbero morti?” si chiede. Non sa che, senza la sua
presenza, Anakin Skywalker sarebbe già diventato Darth Vader, a quest’ora.
- E’ la fine del nostro Ordine? – si chiede Windu.
- Siamo rimasti solo in tre… mi sembra plausibile – nota Ben, con la mano al
petto.
- Quattro, vorrete dire – osa dire Skywalker, sotto lo sguardo impenitente dei
Jedi. – Non farò parte del vostro ordine, ma sono pur sempre un guerriero Jedi.
E non permetterò a Palpatine di rendere invivibile la patria della mia
discendenza.
- E così… abbiamo la conferma di quanto sia potente Darth Sidious… ci è stato
accanto per tutto questo tempo e non ci siamo accorti della sua doppia natura –
si rimprovera il nero Jedi.
- Avrete un’ulteriore conferma adesso.
I cinque guerrieri si voltano verso la porta principale. Sull’uscio, l’immagine
inquietante di Palpatine che brandisce una doppia spada laser, come quella che
aveva costruito il suo defunto allievo Darth Maul.
- Le cose non sono andate come prevedevo. Se solo non fosse giunto lo
Straniero, avrei vinto senza sporcarmi le mani. Ma, purtroppo, ho appena reso
illegale l’esistenza dei Jedi e la pena all’infrazione di questa legge è… la
morte.
Naboo, negli stessi istanti.
La senatrice Amidala è paonazza, sudata. Ha appena dato alla luce i suoi
gemelli Skywalker.
”Anakin… hai ceduto definitivamente al Lato Oscuro. Ti ho sostenuto fino ad
adesso, ma… non posso permettere che i nostri figli subiscano lo stesso
destino” pensa ancora.
- Luke… addio – dice Padmé tra le lacrime, abbracciando uno dei suoi due
bambini.
E’ sempre stata una donna eroica e lo sta dimostrando anche adesso, come madre.
Il neonato viene preso in custodia dalle sue collaboratrici più fidate e verrà
consegnato ad un’altra famiglia. Mentre lei stessa fugge dal pianeta, con
destinazione ignota, cingendo tra le braccia la piccola Leila. Non sa quanto
potranno tutti sfuggire, ma suo marito non deve ritrovarli. Preferisce il
dolore della separazione ad un loro destino di agenti del male. Ma questo non
le impedisce di lasciarsi cadere sul pavimento e piangere, prima di lasciare la
sua patria.
Nella Sala del Consiglio dei Jedi…
Lord Sith attacca senza pietà i guerrieri, consapevole del suo enorme potere.
Con un pensiero, i guerrieri recuperano due spade laser per ciascuno,
attingendo a quelle dei compagni caduti. Adesso sono in grado di affrontare
Palpatine. Lo stesso fa l’Uomo Ragno, usando un filo di tela per raccogliere
un’arma in più.
”Come pensa di vincere?” si chiede Peter, in procinto di difendersi.
Ma Darth Sidious non è sprovveduto e gioca bene le sue carte. Nemmeno quattro
Jedi ed un supereroe sembrano abbastanza per lui: riesce a parare tutti i
colpi, con meraviglia di tutti, vista la sua età. Sembra impossessato, eppure
brandisce l’arma con lucida razionalità.
”Sembra quasi che abbia la Coscienza Cosmica… altro che il senso di ragno”
pensa Peter, pensando al suo defunto collega Capitan Marvel. Nel frattempo,
però, in un modo o nell’altro, tutti i Jedi hanno perso le proprie armi! E solo
l’Uomo Ragno rimane a fronteggiare la ferocia di Darth Sidious.
- Fatti avanti, straniero – lo incita. E stavolta il Ragno non lesina nessuno
dei suoi poteri: volteggia in aria, evita i colpi, cammina sulle pareti…
disorientando il nemico.
- Stai fermo, stupido ragazzo!
Il punto debole dell’Uomo Ragno è che non ha alcuna intenzione di uccidere. Non
l’ha mai fatto e non inizierà adesso. Ma la situazione, da sola, non si
sbloccherà. Infatti ci pensa Obi Wan Kenobi, che, approfittando della
confusione di Palpatine, riesce a decapitarlo con la sua spada.
- La crisi è finita – si consola Yoda.
- Senza di te, straniero, non ce l’avremmo fatta.
- Non è vero… - cerca di convincere immodestamente l’Uomo Ragno. Ma la
Repubblica è salva, grazie a lui.
- Ormai sono vecchio e intenzione di ritirarmi a vita ascetica ho – annuncia
Yoda – con me vieni? – chiede, rivolgendosi al tessiragnatele.
- Con te? Dove?
- Su un pianeta molto inospitale… dalla folta vegetazione, ricco di paludi…
Peter capisce l’antifona.
- Sarò felice di accompagnarti, Yoda.
Nei minuti successivi, i superstiti si salutano calorosamente, l’Uomo Ragno
indossa nuovamente i suoi abiti civili e sale su una nave con il maestro Jedi.
- Dimenticavo questa – nota il Ragno, porgendo la sua spada laser a Yoda.
- Degno di tenerla sei.
- Grazie.
Nel giro di pochi minuti, i due sono su Dagobah, sede del Nesso delle Realtà in
questo universo.
E l’Uomo Ragno può tornare sulla Terra.
Nel frattempo, su Coruscant…
- Devo andare da Padmé… a quest’ora potrebbe aver partorito! – ricorda smarrito
Anakin, preso com’era da Palpatine e dalla battaglia. Sentito questo, Obi Wan
Kenobi porta le mani ai capelli.
- Che succede, Ben?
- Amidala… temendo che avessi ceduto al Lato Oscuro… è fuggita!
- Cosa?! E dov’è?
- Io… non lo so! Per sicurezza non mi ha detto la sua destinazione, ma… a
quest’ora sarà lontana! Con… tuo figlio… - continua, mortificato, Kenobi,
sedendosi.
- Nooo!! – urla disperato Anakin, e scappa via.
Ha perso la sua famiglia, la stima di un mentore e un mentore che lo stimava…
che senso ha la sua vita? Adesso che i Sith non esistono più e che i Jedi sono
praticamente inermi… sapendo di essere il più potente guerriero della storia
della galassia… essendo stato così vicino ad essere un Sith a tutti gli
effetti… e non avendo più niente da perdere, visto che non ha modo di
rintracciare la sua famiglia… perché non cercare il posto che merita
nell’ordine delle cose? E’ un interrogativo inquietante, che potrebbe avere
grosse ripercussioni sulla politica della galassia.
Florida, agli antipodi dell’omniverso.
Che esperienza disarmante, pensa l’Uomo Ragno. Spera di essere stato utile, anche
se ha la sensazione di non aver fatto abbastanza. E non ha sognato niente: ha
ancora quella strana arma, anche se, misteriosamente, non riesce più ad
accenderla. Il tassista lo riporta a casa Watson, pensieroso. Purtroppo, non è
un dio e non può accollarsi i problemi di tutti i popoli dell’universo. Ma
spesso il suo pensiero andrà a quei nobili guerrieri e al destino di un’intera
galassia.
FINE
Note
E così… ho gettato nel cestino la mitica trilogia di Guerre Stellari,
dal momento che Palpatine è morto! E di questo mi rammarico sinceramente,
essendo un grande fan della saga. Ma parliamo o no di un what if, in
fondo? Tutto è partito dal citato parallelismo tra i vissuti di Anakin
Skywalker e di Peter Parker e, soprattutto, la voglia di “vedere” quest’ultimo
combattere con una spada laser. Da cosa nasce cosa… ci risentiamo nel 2005,
dopo aver visto la versione ufficiale dell’Episodio III!